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Ci sono giocatori che arrivano a Lecce da giovanissimi e nel Salento riescono ad esplodere, dimostrando le loro qualità in una piazza esigente ma a misura d’uomo.

Ci sono altri giocatori, invece, che non lasciano il segno in maglia giallorossa, perché forse ancora acerbi per provare un’esperienza del genere.

Matteo Ferrari, il protagonista della nostra storia di oggi, potrebbe collocarsi nel mezzo, perché nella stagione 1998/1999 ha indossato la maglia del Lecce, scendendo in campo 16 volte tra campionato e Coppa Italia e segnando anche un gol contro il Piacenza, sebbene il suo compito fosse quello di non far avvicinare gli altri alla porta giallorossa.

Il centrale quando è arrivato nel Salento era considerato un prospetto molto interessante. Il classe ’79 arrivava in prestito dall’Inter ed infatti i nerazzurri lo hanno mandato a farsi le ossa anche a Bari ed al Genoa, proprio per permettergli di maturare e crescere sotto tutti i punti di vista.

Dopo Lecce, Ferrari ha avuto prima la grande opportunità con l’Inter, con il quale ha disputato una trentina di partita, e poi con le maglie di Parma, Roma ed ancora Genoa. In realtà, il difensore ha anche varcato i confini del Bel Paese, spingendosi in Inghilterra, Turchia e, nel finale di carriera, in Canada, luogo nel quale ha trovato una colonia di italiani capeggiata da Alessandro Nesta. 

Tra le altre cose, il centrale ex Lecce ha vinto l’Europeo Under 21 nel 2000 con la Nazionale azzurra, conquistando poi due bronzi nel 2002 ed alle Olimpiadi del 2004.

Ora Ferrari si è ritirato dal calcio giocato e si gode la vita in quel di Miami, ripensando alle sue tante avventure vissute con un pallone tra i e magari anche a quell'anno salentino che gli è servito per capire cosa davvero diventare da grande . 

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