Calderoni: “Mi rivedo in Gallo, ma io avevo più forza”. E quel gol al Milan di Pioli che…
L’ex terzino sinistro del Lecce è stato intervistato da Radio Orizzonti Activity
Il legame col Salento
Marco, hai scelto il Salento e vivi a Lecce. Cosa ti lega a questo territorio?
A 35 anni ho girato un po' di città, di società, di persone ne ho viste veramente tante. La mia famiglia mi ha sempre seguito. Qui nel Salento, a Lecce, ho avuto un rapporto molto particolare con questa terra. Mi son sentito a casa.
Qui abbiamo tanti amici, tante persone su cui sono sicuro di poter contare nei momenti di bisogno e quindi con la mia famiglia abbiamo deciso di stare qui. Poi adesso comunque non sono più un giovanotto, quindi non mi va di spostare tutta la famiglia, dovrei spostarmi da solo ed è difficile comunque stare lontano dalla propria famiglia.
Con la mia famiglia abbiamo deciso di vivere in questa bella terra.
Nella tua carriera un bel giro d’Italia tra tante squadre e città. Hai iniziato a Piacenza. Com'è stato atterrare in serie B con la guida tecnica di Stefano Pioli?
All'inizio è stato difficile, soprattutto nel ritiro.
Arrivavo dalla Primavera con altri due ragazzi del settore giovanile e all'inizio facevamo fatica a tenere i ritmi di quelli più grandi, infatti il mister certe volte dava a noi più piccoli mezza giornata libera per recuperare. Il mister mi ha dato tanto perché è stata comunque una prima esperienza tra i grandi.
Con noi giovani lavorava anche dopo l’allenamento, ci spiegava anche la tattica in più. Era molto disponibile ad aiutarti a crescere e questo mi ha aiutato tanto.
Qual è l'allenatore a cui ti senti più grato?
L’allenatore che mi ha fatto crescere tanto e che è riuscito a tirare fuori il meglio di me è stato Liverani negli anni a Lecce.
Non sono riuscito a ripetere le stagioni che ho fatto con lui. Aveva un metodo molto particolare come allenatore,però riusciva a tirare fuori il meglio. Gli anni in B e in A a Lecce con lui son state le migliori stagioni che ho fatto.