Zazzaroni: "Siamo al calcio disumanizzato. Ma non darei la colpa alla Lega, bensì..."

Le sue parole al Corriere dello Sport
Dopo tantissime polemiche quest'oggi inizia la trentaquattresima giornata di campionato. Una giornata che ha visto prima rinviati gli anticipi del sabato, a causa dei funerali di Papa Francesco, e poi anche l'anticipo del venerdì tra Atalanta e Lecce, a causa della morte dello storico fisioterapista giallorosso Graziano Fiorita.

Proprio questa sfida è stata al centro di forti discussioni, con la Lega che ha deciso di recuperare la sfida del Gewiss Stadium solo 48 ore dopo la data prevista, scelta contestata da parte della dirigenza giallorossa, che invece si aspettava una data più lontana.
Una scelta contestata anche a livello nazionale
Ad essere al fianco dei salentini non ci sono stati solo ex giocatori (come Chevanton o Cosenza), ma anche diversi giornalisti nazionali, come nel caso di Alfredo Pedullà, che ha parlato di un calcio in cui conta più la prima data disponibile piuttosto che i valori umani.
Sulle pagine dell'odierna edizione del Corriere dello Sport, il direttore Ivan Zazzaroni ha detto la sua sulla vicenda, dimostrandosi anch'egli vicino al Lecce ma, allo stesso tempo, ha voluto dare la colpa non alla Lega, bensì ad un calendario fin troppo fitto, deciso insieme alla Fifa e alla Uefa. Queste le sue parole, riprese da TMW:
Le parole di Ivan Zazzaroni
Per il Lecce Graziano era ormai una figura centrale e amata. Ma il calcio ha obbligato squadra e dirigenti a elaborare lo shock in poche ore. Perché non c’è più tempo, perché non ci sono slot liberi, perché la partita di venerdì si deve giocare per forza stasera. Stavolta non è colpa della Lega, ma di un calendario delinquenziale e di un sistema calcio stritolato dagli interessi di classifica: il Lecce rischia la retrocessione come Verona, Parma, Cagliari, Venezia e Empoli, mentre l’Atalanta è in corsa per la Champions come Bologna, Juventus, Lazio, Roma e Fiorentina.
Siamo arrivati al calcio disumanizzato poiché disorientato da lutti e imprevisti d’ogni genere. Più di un anno fa, condividendo il pensiero di alcuni allenatori e procuratori - non di presidenti e direttori sportivi, mi preme sottolinearlo - cominciammo a criticare con forza la bulimia delle istituzioni internazionali (Fifa e Uefa) che avevano preso troppo sul serio il ruolo di promotori e diffusori del calcio, trasformandosi in accumulatori seriali di miliardi e potere attraverso l’allestimento del maggior numero possibile di supertorneoni e torneietti