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La bestia nera colpisce ancora. 

Quando si gioca contro il Cittadella tutto quello che nella normalità di un campionato accade, contro questa squadra no. 

Il Lecce si è scontrato contro una formazione che gli ha preso perfettamente le misure, agevolata dal gol dopo 30 secondi, ha continuato a marcare uomo su uomo a tutto campo mentre i giallorossi non sono mai riusciti a scrollarseli di dosso. 

Alla fine il Cittadella ha fatto il Lecce. Le colpe della squadra sono tante, questo al netto della sconfitta, perché non è mai riuscita a livello caratteriale a dettare legge. 

Anche il tecnico ci ha messo del suo, dopo un primo tempo in cui era chiaro che gli avversari avessero preparato perfettamente la partita, lui doveva cambiare prima il sistema di gioco, così da non dare più i punti di riferimento che gli avversari avevano previsto.

La sostituzione Gargiulo-Helgason non aveva e non ha avuto senso, a volte bisogna giocare d'anticipo anche rispetto alle proprie convinzioni quando non funziona niente. 

Cambio del sistema di gioco e togli i riferimenti agli avversari. Invece Baroni ha aspettato il 70' per farlo e questo ha permesso al Cittadella di far trascorrere con tranquillità, forte delle sue convinzioni, anche metà del secondo tempo.

Sono partite che nascono male e finiscono peggio, anche se bisogna ricordare che questo campionato è equilibratissimo, non ci sono formazioni che potranno andare in fuga e si può vincere o perdere contro chiunque. 

Baroni, nel segno dell'alternanza, mette in campo la formazione che gli dava più garanzie, con Lucioni e Tuia centrali, Gendrey e Gallo sulle fasce; Gargiulo, Hjulmand e Majer in mezzo al campo mentre in avanti Listkowski, Coda e Strefezza hanno composto la linea d'attacco.

La partita si è svolta sulla falsa riga che vi abbiamo raccontato con il Lecce che cercava di imbastire la manovra, sbagliando però anche le cose più semplici ed il Cittadella che pressava in maniera asfissiante negando qualsiasi idea a Baroni ed i suoi. 

È andato tutto storto insomma, ma il Lecce ed il tecnico giallorosso hanno molto da farsi perdonare. 

Piuttosto, sarebbe bello capire perché Asencio seppur convocato non si scalda neanche; ma non aveva soltanto un affaticamento muscolare? 

Blin e Bjorkengren invece si scaldano sempre ma non giocano mai. 

Domenica a Monza sarà la partita della verità, non si può sbagliare né permettere agli avversari di poter gustare continuamente le prelibatezze che il Lecce offre con insistenza nei primi minuti di gioco. Non sempre riesce la rimonta, non tutte le partite sono uguali e le variabili sono troppe.

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