Altri due gol: il Lecce non è Coda-dipendente
L’EDITORIALE DI MARINI
Prima di commentare la splendida vittoria ottenuta contro la Reggina che porta il Lecce in testa alla classifica del campionato , anche se per una sola notte ed in attesa dei risultati di Brescia e Pisa, vorremmo parlare di due aspetti che sono emersi in queste ultime giornate. Il Lecce non è Coda-dipendente, così come da più parti si vocifera: le ultime tre partite, nelle quali la squadra ha siglato otto gol, sfiorandone altrettanti, hanno detto chiaramente che è la fase offensiva del Lecce (proprio quel tanto bistrattato 4-3-3) nella sua interezza ad essere meritevole di un plauso. Continuare a dire che la squadra non può fare a meno del suo bomber è falso, oltre che ingiusto verso gli altri. Chiaramente con Massimo Coda in campo è meglio, senza dubbio, ma ormai nel calcio fisico che si gioca oggi avere un calciatore non al cento per cento della condizione ti porta a fargli rischiare figure mediocri.
L'altro aspetto è proprio legato a questo: non può esistere più l'assioma “è meglio uno con una gamba sola che la sua riserva” perchè la fisicità è un aspetto preponderante e se non si è al massimo gli avversari ti “mangiano”; se non bastasse questo si va incontro anche ad inutili rischi, come ricadute o nuovi infortuni ed è quello che è successo a Coda.
Al netto di queste osservazioni, va considerato il fatto che da qualche partita lo spartito offensivo scritto da Baroni porta in dote anche i gol dei centrocampisti. Majer, Gargiulo (attendendo gli altri) con i loro inserimenti in area iniziano a segnare gol pesanti, dando ancora più valore ai movimenti senza palla insiti nel sistema di gioco voluto dal tecnico e iniziano a togliere qualche responsabilità al tridente offensivo. Insomma la macchina, al netto degli avversari e dei loro meriti o demeriti, inizia a girare sempre meglio ed i risultati, guardando la classifica, ormai si vedono chiaramente.
Contro la Reggina Baroni decide per Gallo al posto di Barreca a sinistra, Gendrey a destra e punta ancora sulla coppia di difensori centrali composta da Dermaku e Lucioni; a centrocampo Majer, Hjulmand e Gargiulo, mentre in attacco col ritorno di Coda i soliti Di Mariano e Strefezza. La Reggina tenta di giocare la classica “gara sporca”: falli, proteste e la ricerca dello scontro fisico dopo ogni fallo commesso dai giallorossi. Un clima pesante insomma, le ultime sconfitte sicuramente non hanno agevolato la serenità all'interno della compagine amaranto ed il direttore di gare non è stato all'altezza della situazione. Contro questo Lecce però ci vuole ben altro e così con Gargiulo e poi con Majer il risultato è stato messo al sicuro; ma prima, nell'intervallo tra un gol e l'altro ed anche successivamente alla seconda marcatura, i giallorossi hanno avuto non meno di cinque/sei occasioni per segnare nuovamente.
Il 4-3-3 inizia a dare risultati confortanti sia nella fase offensiva (miglior attacco del campionato) che in quella difensiva; Baroni, dopo la Ternana, inizia ad utilizzare tutte e cinque le sostituzioni, questo porta giovamento alla tenuta atletica degli undici in campo ed anche al morale del gruppo. Immaginiamo lo stato d'animo precedente, di chi lavora in settimana ma vede il suo allenatore operare solo la metà dei cambi che potrebbe effettuare.
Il Lecce risponde “presente” ma il torneo è lungo e molto difficile, per vincerlo non bisogna mai sedersi sugli allori ma lottare minuto dopo minuto, cercando di sbagliare quanto meno possibile. La prossima sarà a Pisa, uno scontro diretto non certamente decisivo ma fornirà un quadro ancora più chiaro di quelle che attualmente sono le forze in campo e lottano per il vertice assoluto del campionato.