Calvarese: "Step on foot? Bene dare uniformità, ma serve sensibilità"
L'ex arbitro Calvarese torna sull'episodio Piccoli-Thiaw in Lecce-Milan
L'ex arbitro Gianpaolo Calvarese è intervenuto in diretta sul canale Twitch di PianetaLecce per commentare quanto accaduto in Lecce-Milan e la dinamica dello step on foot.
Il VAR avrebbe dovuto mostrare ad Abisso l'intera azione per capire la gravità del fallo?
"Ho avuto la fortuna di fare offline lo studio del VAR per due anni e poi usarlo per oltre 100 partite. Partiamo dal presupposto che il VAR è in evoluzione. Ci sono delle consuetudini e delle situazioni che il VAR ed AVAR devono mostrare all'arbitro per meglio capire la dinamica. Si parte dal punto di contatto per capire la gravità, poi però abbiamo consolidato delle consuetudini che vanno messe in atto.
Alle volte è necessario rivedere l'intera azione, altre volte no. La sala VAR deve fare di tutto per dare la situazione migliore all'arbitro. Nel caso del fallo di grave di gioco va mandato il live, che dà la situazione reale di quella che può essere la dinamica, così come per il fallo di mano. La velocità di quello che va visto e fino a dove va visto è importante".
È vero che lo step on foot è una regola non scritta?
“Stimo il presidente Sticchi Damiani, ho letto la sua intervista ed è molto tecnica. Ha detto delle cose giuste. Lo step on foot non è una regola scritta? In parte vero. Se parliamo di regolamento hanno ragione sia il presidente sia Rocchi: il regolamento non parla di volontarietà, ma non parla neanche di step on foot. Io sono d'accordo che il VAR è stato introdotto per oggettivizzare determinati contatti, quindi dobbiamo fare uno sforzo per fornire uniformità…
D'altra parte, però, se è vero che non esistono volontarietà e step on foot, parliamo di sensibilità arbitrale. Ci sono fattori che su questa tipologia devono contare. La palla è in alto, tutti guardano in alto: il focus della palla deve contare. Inoltre, conta se un fallo è funzionale: in questo caso Thiaw ha continuato a giocare. Se non esiste lo step on foot conta la sensibilità arbitrale. L'episodio è difficile, capisco lo sforzo di uniformità, ma serve anche sensibilità”.
Se Abisso avesse visto l'azione, il VAR sarebbe intervenuto lo stesso?
“Sì, sarebbe intervenuto lo stesso. È vero che il protocollo parla di intervenire per cose non viste, ma il primo vero motivo per il quale è stato introdotto il VAR è per gravi ed evidenti errori. Lo step on foot è un fatto per il quale, come ribadisce Rocchi, è giusto intervenire. È ovvio che se l'arbitro vede ha maggiore contezza dell'intensità del fallo, ma una volta che si cerca di oggettivizzare… il VAR sarebbe intervenuto lo stesso”.