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L’amichevole fra Lecce e Monopoli è stata la prima uscita stagionale dei giallorossi allenati da Eugenio Corini. Al di là del risultato, grazie a questo test i giocatori della squadra salentina hanno potuto mettere dei minuti di partita nelle gambe, testando le idee tattiche sulle quali si è lavorato durante il ritiro nelle ultime settimane. Per quanto si è potuto appurare, la mano di Corini sul nuovo Lecce sembra già vedersi in modo piuttosto evidente. Chiaramente si è soltanto all’inizio di un lungo percorso e sono molti gli aspetti sui quali lavorare. Si pensi ad esempio ai tanti volti nuovi che hanno avuto poco tempo per allenarsi con il resto della squadra, pertanto il feeling e le distanze sul campo sono aspetti rispetto ai quali soltanto con il lavoro quotidiano si potrà arrivare a trovare la quadra del cerchio. Quel che però già appare chiaro è che Corini ha intenzione di costruire un Lecce propositivo e per certi versi innovativo, mutuando concetti calcistici che hanno portato tecnici blasonati ad imporsi a livello internazionale.

LA COSTRUZIONE DAL BASSO: IL GIOCO DI POSIZIONE

Soprattutto nel primo tempo, con la formazione “titolare” e con i giocatori non ancora in riserva di energie, il Lecce di Corini ha praticato un efficace gioco di posizione, il cui teorico principale è probabilmente Pep Guardiola, tecnico del Manchester City. Mentre i centrali di difesa costruiscono l’azione dal basso, i giocatori dalla trequarti in avanti occupano una precisa posizione del campo e i loro movimenti dipendono dal modo in cui viene mossa la sfera in fase di possesso. Il Lecce è sembrato prediligere un gioco meno orizzontale e molto più verticale, finalizzato alla ricerca dell’uomo fra le linee. Un ruolo importante, in tal senso viene svolto dalle mezzali, che vanno ad occupare gli half spaces muovendosi fra le maglie della difesa avversaria, mentre gli esterni offensivi restano molto larghi sulle fasce, quasi a ridosso della linea laterale del campo. Suddividendo il campo in cinque fasce è semplice comprendere come il Lecce ricerchi un attacco organizzato e finalizzato alla ricerca della supremazia territoriale. Risulta importante anche il ruolo dei terzini, che tendono ad alzarsi in fase d’impostazione andando a formare una triangolazione avente come vertici la mezzala e l’esterno d’attacco della rispettiva fascia. L’obiettivo è quello di portare tanti uomini in proiezione offensiva guadagnando la superiorità numerica nelle porzioni di campo. Nella prima immagine, infatti, Petriccione riceve palla nel cerchio del centrocampo, mentre Shakhov si alza sulla linea degli attaccanti, andando a creare un 3 vs 3 sull’out di sinistra. Una parola chiave di questo tipo di gioco è l’interscambiabilità. Da questo punto di vista sono richiesti grande sacrificio e senso di posizione sul campo alle due mezzali, che talvolta, quando gli esterni offensivi stringono in mezzo al campo, sono chiamate ad allargarsi per occupare la posizione lasciata libera da questi ultimi a ridosso della linea laterale del campo.

LE PALLE INATTIVE

Particolare cura è dedicata poi alle palle inattive. Il gol dell’1-0 di Coda arriva da uno schema su calcio d’angolo, con una triangolazione fra il battitore, l’uomo che va incontro e un terzo uomo all’interno dell’area poco sopra il vertice basso. Sui calci d’angolo avversari, invece, la scelta di Corini è quella di tenere tre uomini all’altezza della linea del centrocampo, non solo per poterli sfruttare in fase di ripartenza, ma anche per costringere tre avversari a non salire in area di rigore dovendo arretrare per mantenere la linea difensiva.

DIFENDERE IN AVANTI: IL GEGENPRESSING

In fase di non possesso, il Lecce tende a pressare alto l’avversario, non solo mantenendo alta la linea difensiva ma anche andando a cercare una marcatura quasi a uomo per stroncare alla fonte il gioco quando gli avversari partono dal basso. Nella propria area invece, quando la squadra è costretta a ripiegare, gli uomini di Corini tendono a compattarsi, creando molta densità in mezzo al campo con due linee ben definite fra difesa e centrocampo. Nel post-partita Corini ha precisato come uno degli aspetti che più lo ha colpito in positivo della prestazione del suo Lecce è stata la capacità, in fase di non possesso, di recuperare il pallone andando a sporcare le linee di passaggio avversarie. Lungo l’arco del match, talvolta con buona efficacia, il Lecce ha applicato un efficace gegenpressing. Il termine, mutuato dalla lingua tedesca, rappresenta la capacità di aggredire immediatamente il portatore di palla avversario subito dopo aver perso il possesso della sfera. Il principale esponenti di questa particolare tecnica di pressing è Jurgen Klopp, che ha elevato alla massima potenza la pressione al portatore di palla avversario già ai tempi del Borussia Dortmund. Il gegenpressing può attuarsi in diversi modi: Guardiola, ad esempio, predilige il pressing nello spazio finalizzato a coprire le linee di passaggio al portatore di palla avversario, mentre Jupp Heynckes con il suo Bayern Monaco attuava un pressing maggiormente orientato sull’uomo, portando la marcatura sui potenziali ricettori del pallone. Quest’ultima variante è quella che contro il Monopoli si è vista applicare al Lecce di Corini in talune occasioni, come nelle immagini che seguono. Le tre situazioni di gioco, cronologicamente una successiva all’altra, mostrano i benefici di un gegenpressing applicato efficacemente. In questo caso i giallorossi recuperano il pallone annullando la possibilità di ripartenza del Monopoli e Henderson può gestire la sfera lungo la trequarti. In seguito al pressing in avanti operato dai suoi compagni, lo scozzese ha il vantaggio di avere alcune linee di passaggio favorevoli lungo il fronte d’attacco, poiché gli altri giallorossi nel frattempo hanno trovato il modo di posizionarsi negli ultimi trenta metri, approfittando al tempo stesso degli spazi lasciati dai giocatori avversari, impreparati difensivamente poiché proiettati in avanti. Era solo il primo test e il lavoro davanti a mister Corini è ancora tanto, ma per quel poco che si è potuto osservare le basi per creare un percorso importante, ricercando il risultato attraverso una chiara idea di gioco, sembrano esserci tutte.  
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