L'odissea di Michael Pastore: DASPO per l'esercizio delle sue mansioni. Il racconto del suo avvocato
Vi stiamo per raccontare l'incredibile storia di Michael Pastore, un operaio della Security Center specializzato nella gestione dell'impiantistica di video-sorveglianza dello Stadio Via del Mare. La storia è pervenuta alla nostra Redazione attraverso una lettera del suo avvocato, Giuseppe Milli.
Il 24 Maggio 2017 si giocava Lecce-Sambenedettese, gara utile per i playoff. Michael Pastore quel giorno era allo stadio nelle vesti di addetto alla sicurezza e non di tifoso, pertanto aveva al collo un regolare pass che ne indicava, appunto, la mansione e lo distingueva dai normali tifosi.
La DIGOS, secondo quanto si legge nella lettera, avrebbe segnalato il Pastore e dunque denunciato alla Procura della Repubblica, per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale per aver favorito l'indebito accesso di due tifosi nel settore distinti nord-est attraverso l'apertura di un cancello divisorio, il tutto ignorando la presenza di uno steward preposto a questa funzione.
Pochi mesi dopo, il 2 Ottobre, gli veniva comminato il DASPO, della durata di 3 anni, di cui 2 con obbligo di firma in Questura durante gli incontri del Lecce Calcio. Questo ha comportato l'ovvio licenziamento da parte del datore di lavoro e la perdita dell'unica fonte di sostentamento per sé e per la propria famiglia (una moglie ed un figlio in tenera età).
Assieme all'avv. Milli, il giovane ha presentato impugnazione davanti al TAR che però rigettava il ricorso poiché giocava un ruolo fondamentale “la presenza di una mera denuncia penale”.
Dopo un anno, Michael Pastore veniva giudicato ed assolto in sede di giudizio abbreviato (fondamentale si rivelava la visione del video del sistema di videosorveglianza
dello stadio acquisito dalla Difesa e l’ascolto di un testimone presente ai fatti e stranamente
escluso dalle attività di indagini della Questura che invece aveva preferito depositare solo
foto estrapolate da video).
Quella che pareva essere la fine di un incubo, il ragazzo avrebbe potuto riottenere il lavoro poiché libero di tornare allo stadio, in realtà si trasforma in una nuova e sfortunata "avventura". Il 29 Novembre 2018 si chiedeva al Questore la revoca del DASPO, facendo leva sulla assoluzione del Giudice Penale ma, nonostante i numerosi solleciti, solo il 10 Gennaio scorso arrivava la pronuncia: diniego della richiesta e sollevazione del solo obbligo di firma.
Il giovane padre ha provato, sia personalmente che tramite avvocato, ad ottenere un incontro con il Questore per cercare di capire quali fossero i motivi di tale ostruzionismo ma non ci fu mai una risposta positiva in tal senso.
A questo punto si è tentata la via dell'istanza al GIP che precedentemente aveva convalidato il provvedimento. La risposta è stata la seguente:
"rilevato che in base alla sentenza di assoluzione del 29.11.18 Pastore Michael è stato ritenuto estraneo agli episodi avvenuti il 24.08.2017 nello stadio di Lecce durante l’incontro di calcio di serie C e quindi sono venute meno le condizioni che determinarono la convalida del provvedimento del Questore, REVOCA IL DIVIETO DI ACCESSO AGLI STADI DISPOSTO IN DATA 4.10.17 nei confronti di Pastore Michael…”.
Nonostante la decisione del Giudice Penale con cui si riteneva estraneo Michael Pastore dai fatti e nonostante la pronuncia del GIP sulla revoca del DASPO, il Questore di Lecce ha proseguito imperterrito per la sua strada tant'è il 10 Luglio scorso si è espresso con un ennesimo e clamoroso diniego:
"…il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria emesso in data 20.03.19 ha potuto riguardare
esclusivamente le prescrizioni dell’obbligo di firma (peraltro già revocate d’ufficio da
tempo dallo stesso Questore!)e non anche la misura di prevenzione di natura
amministrativa di competenza esclusiva dell’autorità di P.S.”.
Queste invece le conclusioni dell'avvocato Milli nella sua lettera inoltrata alla nostra Redazione: "Ancora oggi, non un pericoloso tifoso ma una persona incensurata coinvolta erroneamente in una disavventura giudiziaria, resta senza lavoro in quanto gli si viene negato l’accesso allo stadio non per vedere il Lecce e tifare la squadra del cuore ma per svolgere il proprio lavoro.
Ogni commento lo si lascia al Lettore".
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